"Sandro non ha ancora cinque anni, gli mancano un paio di mesi, ma a Lussino con la barca è già stato due volte.
Nel poco di coperta che rimane a prora e ai lati della tuga si muove meglio che sul marciapiede della città o sul pavimento della casa. Forse è in barca che ha imparato a camminare e a guardarsi attorno dagli imprevisti che gli possono capitare.
E' il posto dove sembra stare meglio, dove fa meglio i suoi giochi fantasiosi, messi insieme con niente: un pezzo di scotta, un gambetto, una torcia, un finto pesce di plastica, oltre ai soliti fogli per scarbocchiare."
(Comandante Libero Mazzi, Andare a Lussino, Trieste, Moderna, 1968, pag.78)
Queste parole mi descrivono meglio di qualunque biografia, le ha scritte l'uomo cui devo il mio amore infinito per il mare e la barca a vela, mio zio, giornalista/scrittore per professione, velista per passione.
Con lui fin dai tre anni di età ho passato tutto il mio tempo libero, se c'era vento in barca, altrimenti alla Società Triestina della Vela (STV), dove osservavo i marinai al lavoro.
Presso la STV, tutte le estati, dai 7 ai 18 anni, ho frequentato la scuola di vela, passando via via nelle varie classi di derive (dall'Optimist, al Fly Yunior, al 420 e infine il 470).
Intorno agli otto anni ho vinto la mia prima regata, ma non sono mai stato un derivista, amo vivere sulla barca, navigare sui cabinati.
Considero la barca a vela un modo per viaggiare, incontrare persone, esplorare il mondo.
Nel 1974, a 11 anni, ho partecipato alla mia prima regata su cabinati, la Barcolana (la più grande regata del Mediterraneo). Da allora ho partecipato ad almeno un'altra decina di edizioni.
Negli anni seguenti ho continuato a navigare fino ad avere una barca mia.
Ho navigato per quarant'anni nella mia magnifica Dalmazia, da bimbo con la famiglia e poi come skipper armatore; una decina d'anni fa curioso e stanco di quei luoghi mi sono spostato sull'altra costa, in Liguria, e ho scoperto un mare altrettanto splendido, l'Arcipelago toscano e la Corsica.
Ho collaborato con scuole di vela e società veliche, lavorando come istruttore e skipper.
Gli ultimi anni mi hanno visto impegnato nell'insegnamento della vela su cabinati di 15mt a ragazzi tra i 14 e i 17 anni nella Grecia Ionica, tanto da conoscerla bene.
Ho sempre ammirato i navigatori solitari, e ho voluto capire cosa li spingeva a farlo, per questo nell'aprile 2013 ho ingaggiato una piccola sfida con me stesso facendo il giro d'italia con la mia barca. In quell'occasione ho percorso circa 1300 miglia in solitaria in poco più di tre settimane.
Da qualche anno ho scelto di fare di questa mia antica passione, il mio impegno principale.
Gianni Russian, Trieste 1922 - 1962 (1952 China su cartoncino, Collezione privata)